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La sfera sessuo-affettiva nella terza età come ambito di applicazione per il counseling psicologico
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La sfera sessuo-affettiva nella terza età come ambito di applicazione per il counseling psicologico

Autrice: Dott.ssa Fabiana Lefevre

La sfera sessuo-affettiva è fortemente collegata alla dimensione del piacere e alla consapevolezza – autoconsapevolezza del proprio piacere.

Essendo una dimensione intima e personale è frutto di sperimentazione e nel contempo subisce influenze dal contesto sociale, culturale ed educativo.

Pertanto esperienze in campo sessuo-affettivo rappresentano un rinforzo per comportamenti  che la persona può mettere in atto ed esperienze pregresse possono influenzare scelte future.

La sfera sessuo-affettiva è un ambito radicato nella individualità personale ed il bisogno di intimità e di sessualità sono dimensioni sempre presenti in tutte le fasi dell’arco di vita di una persona.

Ciò che emerge dalla letteratura presa a confronto è l’importanza di considerare la persona nella sua dimensione olistica, inserendola nel suo contesto sociale.
Il counseling psicologico è un approccio di consulenza psicologica centrata sulla persona: attraverso ascolto attivo, definizione degli obiettivi e mobilitazione delle risorse del cliente, si vuole promuovere il benessere personale e l’autoconsapevolezza.

Questo approccio può essere funzionale per la dimensione sessuo-affettiva, in quanto l’intervento di consulenza psicologica è un intervento di sostegno, mirato a sviluppare e rendere più consapevoli le risorse dell’utenza, per il miglioramento della qualità della vita. Inoltre la consulenza nella dimensione sessuo-affettiva prevede, oltre all’analisi della domanda portata dall’utente, la condivisione di informazioni e di eventuali disagi circa le tematiche sessuali ed erotiche, affinché l’utente viva la sua sessualità in maniera soddisfacente e piacevole.

È da tenere presente che in caso di disturbi sessuali (del desiderio, dell’eccitazione, dell’orgasmo) è necessario valutare la portata del disturbo e fare riferimento ad altre figure professionali rispetto allo psicologo, come ad esempio, figure professionali adeguatamente formate in ambito sessuologico. Infatti per analizzare la domanda sessuale è auspicabile considerare il lavoro congiunto e parallelo di diversi specialisti, adottando un approccio integrato.

In caso di patologie legate all’età il confronto con medici specialistici è fondamentale per conoscere lo stato di salute della persona e riconoscere eventuali criticità legate a particolari condizioni fisiche.

La letteratura in materia sfata lo stereotipo del “vecchio” che non vive la sua sessualità, a favore dell’idea che la natura dell’espressione sessuale nella persona anziana rifletta l’interazione tra corpo, mente e contesto sociale.

In un approccio biopsicosociale l’attenzione è maggiormente posta verso un’ottica di salute più che di malattia. Inoltre studiare la salute/malattia, non è il punto da cui partire nell’approccio centrato alla persona (la persona non è la malattia), ma vuol dire indagare eventi risultanti da cause concomitanti.

Infatti la salute non dipende solo dall’individuo ma anche dalle sue interazioni con il sistema sociale e familiare.

Sicuramente condizioni quali l’invecchiamento, la malattia, l’uso dei farmaci possono intervenire nella sfera del desiderio sessuale riducendolo, ma aspetti psicosociali collegati alla sessualità, sono altrettanto intervenienti ed interagenti nella dimensione sessuo-affettiva.

Nel determinare le reazioni ai cambiamenti sessuali che si affrontano con l’età è molto importante il significato che si dà alla sessualità. Inoltre spesso il termine di paragone riferito ad una intensa attività sessuale è rappresentato dai giovani e questo può condizionare, nella persona anziano, il modo in cui vengono percepiti i suddetti cambiamenti. Può essere utile in un’ottica di counseling psicologico lavorare anche sui modelli culturali per sradicare false credenze.

Un altro elemento rilevante è la presenza o l’assenza del partner, ciò è fondamentale per capire il comportamento sessuale: per esempio alcune donne potrebbero affievolire il desiderio sessuale, come meccanismo difensivo nei confronti dell’assenza del partner. Questo potrebbe accadere perché tendenzialmente le donne vivono con maggior inibizione, anche nei confronti dei figli, il concedersi di sperimentare relazioni nuove, e potrebbero rimanere più legate al loro ruolo di madri e/o nonne, non alimentando la loro dimensione femminile e sessuale.

Quando invece il partner è presente è importante conoscere la qualità della relazione di coppia.

Lavorando con il counseling psicologico con target di clienti appartenenti alla terza età, bisogna tenere in considerazione che anche se l’età è negativamente correlata con una elevata frequenza di attività sessuale, fattori biologici e psicosociali attenuano questo effetto. Sorprendentemente le malattie ed i rispettivi trattamenti associati, hanno poca influenza sulla frequenza del comportamento sessuale: atteggiamenti positivi sul sesso, desiderio sessuale e relazioni fisiche soddisfacenti sono associati ad una alta frequenza di comportamenti sessuali.

Un’altra utile considerazione emersa da alcuni studi pubblicati dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, è che il bisogno di intimità e di investimento sulla sfera sessuo-affettiva è presente anche in pazienti anziani oncologici.

E’ stata condotta una ricerca in Italia pubblicata dalla rivista Gerontol nel 2007 su circa 100 soggetti oncologici (tra uomini e donne) con un età media di 65 anni. Lo studio è stato effettuato attraverso interviste semi-strutturate e ad alcuni soggetti over 70 è stato somministrato l’MMSE (Mini Mental State Examinate) per stimare un eventuale deterioramento cognitivo, che avrebbe potuto invalidare la ricerca.

Da questo studio è emerso che il campione di anziani oncologici percepisce la malattia come invalidante fisicamente nei confronti della propria intimità, e che soprattutto si percepisce poco informato e avverte il bisogno di una comunicazione chiara in questo ambito. Questo ultimo aspetto dimostra che la persona ha interesse per la propria sfera sessuo-affettiva ed è un utile input anche per il lavoro di counseling psicologico. Infatti nel percorso di supporto psicologico, anche a persone con patologie tumorali, può essere funzionale dare informazioni per promuovere maggiore consapevolezza e conoscenza circa le tematiche inerenti la sfera sessuo-affettiva.

Concludendo emerge che l’anziano, anche qualora si tratti di anziani malati/oncologici, risulta attento alla propria qualità di vita e l’età non può essere considerata come un fattore discriminante nel poter vivere serenamente la sfera sessuo-affettiva.  Inoltre è determinate focalizzare l’importanza sulla dimensione sessuo-affettiva come sfera da alimentare e con cui stare in contatto, indipendentemente dall’età e/o dalle condizioni fisiche.

In un Paese come l’Italia in cui ad oggi abbiamo più di 12 milioni di anziani su circa 60 milioni di abitanti è importante tenere presenti queste esigenze, anche perché il livello della qualità della vita nella terza età, può rappresentare la chiave di lettura del grado di benessere e progresso civile di una società.

Pertanto è rilevante anche la collaborazione ed il lavoro sinergico di strutture territoriali che possano offrire non solo servizi assistenziali ma soprattutto di  prevenzione e di promozione di uno stile di vita positivo.

Bibliografia:

  • J.DeLamater, S.M.Moorman: Journal od Anging and Healt “Sexual Behavior in Later Life” , SAGE, 2007
  • G.Lissandrello, D.Respini, R.Carrieri, V.Trotolo, P.Tralongo: “Il bisogno d’intimità del paziente anziano oncologico”, G.GERONTOL, (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria), 2007
  • H.S.Kaplan, Manuale illustrato di terapia sessuale, Feltrinelli, Milano, 1976
  • E.Giusti, G.Di Francesco, L’autoerotismo. L’alba del piacere sessuale: dall’identità verso la relazione, Psicoterapia & Counseling, 2010

Sitografia:

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