Questo lavoro si propone di esaminare e riflettere sulla figura professionale dello psicologo esperto in counseling in un ambito di applicazione specifico che è quello dell’organizzazione aziendale.
L’ambiente di lavoro è il contesto dove è evidente l’importanza di un’intelligenza armonica di diverse capacità, non solo intellettive, ma anche e soprattutto emotive.
Il counseling psicologico favorisce lo sviluppo delle potenzialità del cliente per la soluzione di un problema che crea un disagio un individuo. Lo psicologo stimola il cliente alla riflessione, presa di consapevolezza e, infine, al cambiamento, che rappresenta l’obiettivo finale per affrontare e risolvere i problemi e le difficoltà di diversa natura.
Per questa sua peculiarità lo psicologo esperto di counseling trova il suo sbocco naturale soprattutto nell’ambito socio-sanitario, dove maggiormente le persone si rivolgono per problematiche e richieste di aiuto.
Con questo articolo vorrei analizzare un ambito diverso dove il counseling psicologico si rivela altrettanto utile.
In ambito aziendale esiste una forma specialistica di counseling che consiste nell’offerta di un servizio interno o esterno all’azienda che prevede uno spazio di ascolto ai dipendenti che hanno un problema correlato al lavoro oppure di natura personale. In pratica si parte dal presupposto che il benessere dei dipendenti e la qualità della loro vita, lavorativa e non, si rifletta sulle loro motivazioni professionali e sulle loro prestazioni specifiche, incidendo senza dubbio sulla produttività.
È importante tenere a mente che Il lavoro e la vita privata non possono quindi essere considerarti separatamente; i disagi personali spesso si riflettono sull’ambiente lavorativo incidendo pesantemente sul lavoro e sulle relazioni interpersonali. A tal fine la figura di uno psicologo all’interno di una azienda potrebbe rivelarsi importante per offrire accoglienza e sostegno al singolo e per ristabilire gli equilibri all’interno del proprio ambiente lavorativo. La promozione del benessere del singolo favorisce un aumento della qualità del lavoro e della qualità di vita dell’ambiente del lavoro e di conseguenza un più facile raggiungimento dell’obiettivo lavorativo.
In questo senso il benessere aziendale è equiparato a quello personale. Utilizzando una metafora, l’azienda sana è quella che si guarda intorno, che punta sulle proprie risorse umane avendo uno sguardo verso il futuro. Proprio come una persona che se “sdraiata” non può guardare l’orizzonte, così è l’azienda.
Cercando di schematizzare, lo psicologo all’interno delle aziende potrebbe lavorare su diversi ambiti:
- Aumentare il benessere nei contesti lavorativi;
- Agevolare la comunicazione all’interno dell’azienda;
- Far crescere la motivazione al lavoro;
- Migliorare la qualità del lavoro in termini di efficacia e di efficienza;
- Offrire sostegno in situazioni conflittuali e di disagio;
- Ridurre l’assenteismo;
- Aumentare la produttività.
Per prima cosa lo psicologo che vuole operare con una organizzazione aziendale, deve innanzitutto cercare di conoscere la mission della stessa e chi sono gli Stakeholder (i portatori di interesse) di riferimento, solo così potrebbe supportarla nell’individuazione degli strumenti più idonei affinché le relazioni e le comunicazioni strategiche verso l’esterno siano non solo finalizzate a creare o rafforzare i rapporti dell’organizzazione aziendale con i suoi interlocutori, ma anche a preservare, anticipando le possibili criticità, il benessere psico-fisico dei propri dipendenti che si relazionano per suo conto con ’esterno.
Il passo subito successivo, come per ogni intervento di counseling, è l’analisi della domanda .
L’analisi della domanda si deve focalizzare sulle aspettative del cliente e si attua ascoltando quanto l’”organizzazione” dice, ma anche raccogliendo una serie di dati che permettano di conoscere la storia del soggetto e cogliendo gli eventuali collegamenti tra il contesto e il problema così da reinterpretarle.
A livello di analisi della domanda lo psicologo deve sospendere qualsiasi piano d’intervento (l’azione) per riflettere e far riflettere su ipotesi di cambiamento adeguate dell’organizzazione basandosi in prima istanza anche dei vissuti emotivi inconsci del cliente.
Nell’ottica di promozione del benessere all’interno di un’organizzazione, ben si colloca il concetto di empowerment. Con il termine empowerment si indica un processo di crescita, sia dell’individuo sia del gruppo, basato sull’incremento della stima di sé, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione per far emergere risorse fino a quel punto inutilizzate e aiutare l’individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale.
L’empowerment rappresenta una proposta all’interno di un’organizzazione al fine di promuovere il benessere dei dipendenti valorizzando da un lato le potenzialità dell’individuo e dall’altro favorendo la crescita ed il cambiamento dell’organizzazione.
Le tecniche di intervento pratiche possono essere di diverso tipo. La prima e fondamentale è senza dubbio l’osservazione. Di questo processo fanno parte tutti i comportamenti, le verbalizzazioni, le emozioni e sensazioni che la persona riporta.
Un intervento efficace è dato innanzitutto dalla capacità dello psicologo di saper accogliere la domanda del cliente con un atteggiamento caldo e accogliente in grado di facilitare un ambiente di fiducia e uno spazio dove poter osservare e analizzare i bisogni che emergono nella esplicitazione del problema.
Gli altri strumenti classici a disposizione dello psicologo sono l’ascolto attivo e l’empatia.
Attraverso questi strumenti lo psicologo si mette a completa disposizione della persona, accogliendone dubbi, problematiche, emozioni e disagi.
Un aspetto importante del counseling aziendale è che spesso ci si potrebbe trovare a dover lavorare, oltre che con i singoli, anche con i gruppi. Lavorare con i gruppi per poter raggiungere il benessere del singolo. Infatti, il lavoro in team è ciò che spesso le aziende si attendono per migliorare l’efficacia e la produttività del gruppo di lavoro rispetto al lavoro solo sui singoli. Nonostante ciò non è così scontato ne facile da programmare l’intervento di counseling al fine di rendere autosufficiente ed efficace un gruppo di persone che lavorano insieme. I motivi possono essere vari. Il primo passo da affrontare, prima di sensibilizzare un team di persone verso la collaborazione, è quello di andare ad incidere sulle relazioni interpersonali che ci sono trai vari membri.
Uno psicologo, per valutare e migliorare il team, può intervenire inizialmente verificando le capacità dei partecipanti di lavorare in gruppo. Lo scenario consente di classificare ciascuno in base alle capacità, motivazioni e competenze individuali, confrontandole poi con quelle compiute dal gruppo come collettivo.
Una strategia d’intervento di counseling per corroborare le competenze degli individui per può essere riassunta in alcune capacità individuali:
– capacità di stringere legami e alimentare relazioni utili;
– capacità a collaborare e cooperare con gli altri per il conseguimento degli obiettivi comuni;
– capacità di fare gruppo, ossia saper creare sinergie nel lavorare al raggiungimento degli obiettivi del gruppo.
Per quanto riguarda le competenze emotive invece è importante:
– l’empatia
– la cooperazione e la capacità di indirizzare gli sforzi verso obiettivi comuni;
– una comunicazione aperta, la capacità di stabilire norme e aspettative esplicite e di affrontare i membri del gruppo con uno scarso rendimento;
– la spinta a migliorare.
In conclusione si può dire che il counseling psicologico ben si sposa all’ambiente aziendale e può trovare un suo ambito di sviluppo in risposta a diverse problematiche. La sostanza di fondo è che l’azienda dovrebbe essere ben disposta ad investire nel counseling per i propri dipendenti dato che è ampiamente dimostrato che persone che vivono una situazione di benessere personale lo trasporteranno anche in azienda, diminuendo così l’assenteismo, gli errori, i problemi di interazione e comunicazione e soprattutto producendo maggiormente.
BIBLIOGRAFIA:
– Trezza – “Counseling aziendale come aiuto relazionale” – Articolo non pubblicato.
– Venturi, Pugnaghi, Frison, Ingrami – “Il Counseling aziendale è una cosa seria” – Articolo non pubblicato.
– Vincenzo Calvo, 2007, “Il colloquio di counselling”, Il Mulino, Bologna.
– Articolo con intervista a Pier Luigi Celli -http:// www.eccellere.com, 2008